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werther. | 23 |
Certo, tu hai ragione, mio carissimo: assai meno acri sarebbero i dolori degli uomini, ov’essi — Dio sa perchè noi siamo fatti così! — non s’occupassero con tanta pertinacia di fantasia a risuscitare le reminiscenze dei corsi mali, anzi che sopportare con indifferenza uno sbiadito presente.
Fammi il piacere di dire a mia madre ch’io mi darò con tutta sollecitudine a sbrigare l’affar suo, e gliene scriverò quanto prima. Ho parlato con mia zia, e non ho trovato a gran pezza in lei la trista donna che si vorrebbe farla tra noi. Ell’è una donna vivace e ardente, dotata di eccellente cuore. Le dissi dei lamenti di mia madre intorno a quella porzione d’eredità, ch’ella si vide tolta da lei. Mi spiegò i suoi motivi, e mi disse le condizioni,