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werther. | 277 |
fremito soavissimo d’un’altra vita. — «Il suo bacio — risposi — non è del tutto senza desiderio: questa creatura cerca un alimento e torna insoddisfatta dalla vuota carezza.» — «E’ mangia, infatti, sulle mie labbra — replicò Carlotta.» — E mostrò alcune briciole al canarino, che andò a beccarle sulla sua bocca, spirante il sorriso d’un innocente amore.
Volsi altrove la faccia. Avrei voluto ch’ella non facesse quell’atto in mia presenza; ch’ella non avesse rinfiammata la mia fantasia con queste immagini d’innocenza e di beatitudine celeste, suscitandomi così il cuore da un letargo, in cui l’apatia della vita lo addormenta talvolta. — Ma perchè vietarlo? ella si fida di me, perchè sa quanto — e come io l’ami!