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274 | werther. |
quell’uomo, a cui non so s’io mi attenti di paragonarmi.
5 settembre.
Ella aveva scritto un viglietto al marito, recatosi in villa per affari, che principiava così: «Carissimo, dilettissimo mio, vieni come prima puoi; io t’aspetto con mille desidèri.» — Capitò un amico a portarle notizia ch’ei non sarebbe tornato sì presto, in causa di non so quali circostanze, e la letterina si rimase interrotta — e mi venne, la sera, tra le mani. Io lessi quell’esordio, sorridendo: ella mi vide, e chiese il perchè. — «O potenza divina dell’immaginazione! — esclamai — e non mi sono io illuso un momento a credere che il viglietto fosse indirizzato a me?» — Ella si tacque,