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werther. | 261 |
m’avessi concessa la beatitudine di esser suo, tutta la mia esistenza sarebbe stata una perpetua orazione! Ma io non metterò la mano nelle tue ragioni: perdona a queste lagrime e a queste inutili brame. — Oh, ella mia moglie! S’io mi fossi stretta al mio cuore la più soave creatura che il sole abbia mai illuminata dall’alto... Guglielmo, un brivido terribile mi corre per l’ossa, allorchè Alberto le recinge delle sue braccia l’agile persona!
E lo dirò io? — e perchè no? Ella sarebbe stata più felice con me, che ora non è con Alberto. No, egli non è l’uomo che possa riempire il vuoto del suo cuore. V’è in lui non so che mancanza di sentire — di sentire profondo e delicato. Noi leggevamo, Carlotta ed io, ultimamente, un libro simpatico ad