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mio, ad una passeggiata, ma egli mi sconfortò dall’impresa: e credo davvero che, s’io non avessi dato retta a’ suoi consigli, avrebbe parlato in me più la passione che il capriccio.


11 giugno.

Di quel che sai, m’è impossibile rimanermene qui più oltre. Che cosa vi farei? Il tempo mi si rende insopportabilmente lungo. Ben fa il principe quel ch’egli può; ma io non sono a mio luogo: in fondo, amico, non c’è nulla di comune tra noi due. Non nego ch’ei non sia uomo di criterio, ma d’un criterio volgare. La sua conversazione ha cessato d’essermi aggradevole: e’ mi par di leggere un libro, scritto, se vuoi, con ordinata architettura di sensi e di