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porte, e quivi tornai a sentirmi in tutta la pienezza nella mia esistenza. Dirti, amico, ogni pensiero ed ogni moto del cuore, a quella vista, non mi saria possibile; insinuarmi in tutti i particolari delle cose, non gioverebbe che a tessere un racconto, dilettevole per me, tediosamente monotono ad un estraneo. Avevo deliberato d’alloggiare sulla piazza dell’erbaiuole, di fianco alla nostra vecchia casa. Notai, nel passare, che la scuola, dov’io era stato in mandra cogli altri ragazzi della mia età, sotto la custodia d’una onesta vecchierella, era trasformata in bottega da merciaio: mi sovvennero le ansie, le lacrime, gli accoramenti, ch’io aveva patiti in quell’angusta carbonaia, dove appena si potea trarre il respiro. Non diedi passo che non fosse un