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228 | werther. |
la sera, di levarmi per tempo a contemplare il levar del sole, e il mattino mi trova tra le coltri — e non so distrigarmene: spero d’uscir la notte, a bearmi de’ cheti raggi della luna — e mi sto inchiodato al suolo della mia cameretta. Nè so esattamente mai perch’io m’alzi, o perchè vada a letto.
Manca il lievito, che deve suscitare il fermento della vita. Quello spirito, che solea tener desti i miei sensi, nelle profonde viscere della notte, è scomparso: muto lo stimolo che mi svegliava, all’alba del sonno!
Non ho trovato qui che una sola creatura muliebre, una signorina B***, che v’assomiglia, o Carlotta, se pur è possibile rassomigliarvi! Vedi l’adulatore — direte voi — che mi comincia a friggere com-