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werther. | 227 |
primo istante di felicità, dopo tanta onda di fitte nebbie!
Oh! se voi vedeste, mia dolce amica, come i miei sensi inaridiscono e si raggrinzano in quel perpetuo vortice di distrazioni e di passatempi romorosi e vacui! Nulla per l’intima esistenza, pei segreti aneliti del cuore! Non una sola ora, non un minuto di obliosa estasi! Nulla. Parmi di stare addocchiando una scatola di ninnoli, e veggo gli omiciattoli e i cavallucci passarmi davanti, in processione, e mi domando se non è un’ottica illusione la mia. E v’ha di più; perch’io mi insinuo tra essi, e piglio parte al gioco, finchè anch’io seguo le movenze che m’imprime il burattinaio, e talora aggrappo, nel tumulto, la man di legno del mio vicino — e arretro spaventato! Mi propongo,