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ma non ho tempo, non ho testa, non sento la calda e spontanea ispirazione dell’anima. Così, almeno, finora: non so in appresso. — Ma qui, in questo tugurio, in questa modesta solitudine, in questa povertà di tutte cose dintorno, mentre la grandine e la neve1 battono, imperversando, contro la mia finestruccia, qui il primissimo de’ pensieri mi corse a voi. Com’io entrai nella stanza, subito mi lampeggiò alla mente la vostra immagine, la vostra memoria, o Carlotta; e così care, così sacre entrambe! Dio! il

  1. La grandine cade bensì rarissima nel verno, in Allemagna, ma pur vi cade dieci volte su cento, nella proporzione dell’anno, giusta i ragguagli meteorologici di Kämtz. Soltanto quella grandine non ha la grossezza della estiva, e può cader colla neve, di cui è un’emanazione, o meglio, una metamorfosi. (Nota del traduttore.)