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tenati; senza difesa, tranne quella dello stato in cui è nata, e dietro il quale va imprunandosi alla meglio, questo povero rudero di donna non ha più altro spasso nel mondo che di sbavarsi a dominare, dall’alto delle sue finestre, le teste de’ borghesi che le passano di sotto. Era bella, a’ suoi giorni, e corse una giovinezza più scapata che savia; fu colla sua caparbietà la tortura di qualche misero giovinotto, e finì, negli anni maturi, ad accettare la disciplina d’un vecchio uffiziale, che a questo prezzo, e coll’appendice d’un discreto patrimoniuccio, ch’era ancora rimasto all’amazzone, acconsentì di vivere con lei l’età di bronzo, finchè andò in cocci anch’egli, un bel giorno, abbandonando la superstite all’età di ferro. E così ella