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werther. | 187 |
ti, a ciascun respiro, mi vien soave nel petto la ricordanza de’ dolci istanti ch’io ho passati in quei giorni, ah! tanto brevi — e felici tanto! — e svaniti oggimai senza speranza di ritorno!
Così è, o Guglielmo; nè io m’attento di mormorarne: i fiori della vita non sono che sfuggevoli apparizioni. Quanti di essi scompaiono, senza lasciar vestigio del loro passaggio sulla terra! come pochi son quelli che metton frutto — e come dei frutti pochissimi arrivano a maturità! — E tuttavolta ve ne hanno ancora quanto basta; se non che... E noi lasceremo negletti, o fratello, disprezzati, inassaggiati que’ frutti, che pur sono maturi? Li condanneremo noi a imputridire?
Addio. L’estate non potrebbe