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al destarmi, se non un solo pensiero, una sola cura, una sola speranza — quella del domani! Invidio assai spesso Alberto, che veggo sepolto in documenti e pergamene fino alle orecchie, e mi pare che starei bene s’io fossi ne’ suoi panni. Già più volte m’è venuta la tentazione di scrivere a te ed al ministro, per ottenere l’ufficio presso l’ambasciata, che tu mi accerti non mi sarebbe rifiutato. E anch’io lo credo. Il ministro m’ama da lungo tempo, da lungo tempo m’ha fatto intendere com’io dovessi consacrarmi a qualche occupazione. E ci penso, alle volte, un’ora intiera; ma poi mi corre alla memoria la favola del destriero, che insofferente della propria libertà si lascia imporre la sella e le barde — e finisce ad essere vergognosa-