vera fanciulla, che si era trovata, non ha molto, annegata, e gli domandai perdono di riandarne la storia. «Era una buona creatura — gli dissi — cresciuta in mezzo alle domestiche faccende, educata al lavoro, anzi a lavoro determinato per cómpito ogni settimana. Non sapea di svagamenti, di trastulli, se non che forse le domeniche, in pulito corredo, penosamente raggruzzolato, usciva a spasso colle sue compagne, danzava, tutt’al più, una volta, nelle feste solenni, e del resto passava qualche ora chiacchierando con una sua vicina sul proposito di qualche alterco, o di qualche maldicenza, in cui sempre assumeva con giovanile ardore le parti dell’offeso. La sua indole vivace prova, in fine,