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werther. 155

sai che amo moltissimo quest’uomo, ma ho orrore dei distinguo. E non s’intende da sè che ogni tèsi vuol le sue eccezioni? Se non che Alberto ha questo vezzo che, allorquando s’accorge d’aver messo fuori qualche proposizione, o troppo generale, o precipitata, o incompiuta, non rifinisce più dal tornarci sopra, dal girarle attorno in mille guise, e modificare e circoscrivere e distinguere, insomma, finchè della tèsi originale non c’è più nemmeno il carcame. E così fu questa volta, che s’andò sfiatando un pezzo come pallone che sventa. Io, zitto, non bado più a lui; volto e rivolto la pistola, come per esaminarla da presso, e in uno di que’ gesti un po’ fantastici, mi piglia la stramberia d’appuntarmela alla fronte, sopra l’occhio destro.