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148 | werther. |
tue.» — Oh amico! il suggerimento vien facile — assai facile sulle labbra!
E puoi tu pretendere dall’infelice, la cui vita vien grado grado inevitabilmente mancando sotto al flagello d’una insidiosa malattia, puoi tu pretendere da lui ch’ei ponga fine una volta al suo patire con un colpo di pugnale? E non vedi che il male, che gli consuma ogni nervo, gli toglie l’animo, a un tempo, di sbarazzarsene per sempre?
So che non ti sarebbe malagevole rispondermi, per via di similitudini. «Chi non si lascerebbe mutilare un braccio — tu mi dirai — anzi che porre a pericolo la vita, a forza di titubanze e di timori?» — Non so, amico — nè parmi che giovi ingolfarsi in paragoni, a uscire