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146 | werther. |
dato a quella zolla di terra, fo mille cose da disgradarne tutto un manicomio. «Per l’amor del cielo — mi disse oggi Carlotta — non mi fate più le pazzerie di iersera, ve ne scongiuro; quella vostra allegrezza ha qualche cosa di spaventoso.» — Sia detto tra noi, Guglielmo, io sto continuamente alle poste, e quand’egli ba qualche affare, subito guizzo fuori dell’imboscata, e sono così indicibilmente beato quand’io la trovo sola!
8 agosto.
Davvero, mio buon Guglielmo, io non alludevo a te nella mia apostrofe contro gli uomini, che pretendono da noi una servile rassegnazione ai capricci del destino. Come puoi immaginarti ch’io pensassi a te, ch’io ti credessi d’un