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cezza dello starmi presso a Carlotta è sfumata. È pazzia, o cecità? — Che importa il nome? Il fatto è questo, o ch’io voglia non voglia. Pure io sapeva com’erano le cose anche prima dell’arrivo d’Alberto. Sapevo ch’ella non sarebbe mai mia, nè m’illudevo a far voti — se il non formarne è possibile vicino a sì incantevole creatura! Ed ora giunge lo sposo, ed io sguscio gli occhi fuori dell’orbita, perch’ei reclama la sua preda.

«Rassegnarsi — dirà taluno — poichè non può essere altrimenti.» — Oh la bella consolazione! Via di qua, miserabili! — D’allora in poi vo correndo per queste selve, e digrigno i denti come fiera; e se mi avvengo in Carlotta, e Alberto le siede al fianco, nel giardinetto, sotto la pergola, ed io sono inchio-

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