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della vita intima del suo secolo, delle ansie, dei dubbii, delle confuse aspirazioni a libertà, che le opere del filosofo di Ginevra avevano seminate a larga mano per entro alle giovani generazioni, cresciute intorno al suo sepolcro, ma sovra tutte, forse, in quella della severa Germania.

Goethe toccava del Werther e della singolare disposizione d’animo, in cui l’aveva dettato, nella sua autobiografia, intitolata Verità e Fantasia (Wahrheit und Dichtung). Ma il libro, che primo apparve a svelar tutta intiera la parte che egli aveva avuta in quel memorando suo romanzo, architettato sovra un fondo di dolorosa realtà, è il Goethe e Werther, venuto in luce a Stuttgart nel 1855, per cura d’uno de’ discendenti di quella Kestner, adombrata nella Carlotta del romanzo. Da pubblicazione siffatta avrebbe potuto il traduttore italiano desumere quel tanto, che fornisse ma-