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werther. 139

tempo in qua, non ci attendo se non a caso.

Non mai sono stato più felice, non mai sentimento della Natura, l’amor mio per ogni arbusto, ogni sasso, ogni fil d’erba, m’ha più che ora solleticato il cuore — e nondimeno... non so come dirtela, amico, la mia potenza figurativa è fiacca, ogni cosa mi vacilla e mi si confonde così nella mente, che l’occhio mio è inetto affatto a scernere i contorni degli oggetti. Parmi che se avessi argilla o cera, le immagini m’uscirebbero più agevolmente dalle dita. E bisognerà bene ch’io mi dia all’argilla, se questo stato persiste: qualche diavolo ne sbucherà fuori, non fossero che schiacciate!

Tre volte ho dato mano al ritratto di Carlotta; tre volte m’è