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werther.
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L’anima mia traboccava; tante memorie m’assalsero ad un tratto, che le pupille mi si empirono di pianto. — «Oh! la bella cosa — proruppi — se ciascuno rimostrasse a sè stesso, ogni giorno: Bada, tu non puoi far altro bene a’ tuoi amici che lasciare intatte le loro gioie e accrescere la loro felicità, dividendola con essi! Forse che, quando il cordoglio la dissenna, tu puoi versare anche una sola stilla di balsamo sulle loro palpitanti ferite? Allorchè l’estremo de’ mali ha confitto nelle coltri la creatura, e cui tu avvelenavi i fiorenti giorni, ed ella si giace rifinita di forze, guardando con immota pupilla il cielo, pallida la fronte dei