Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu/122

116 werther.

Schmidt ripigliò la parola, indirizzandosi a me. «Ella crede adunque che il mal umore sia un vizio: parmi ch’ella esageri.» — «Non esagero certo — risposi — se pur tutto ciò, che riesce infesto a sè stesso ed al prossimo, è degno di questo nome. Non basta già questo che noi non possiamo farci a vicenda felici, senza che per giunta noi ci togliamo, l’un l’altro, quel po’ di piacere che il cuore può ancora procacciarci? Ella mi nomini un sol uomo, se sa, che essendo posseduto dal mal umore abbia l’arte di nasconderlo talmente, e rimasticarselo per sè solo, che, in fine, non giunga a riversarlo al di fuori e turbar la gioia di quanti lo circondano. O non è piuttosto il mal umore un segreto risentimento della nostra