giovinotto mi si rivolse obbiettando che, ad ogni modo, non era sempre possibile d’esser padrone di sè stesso, e assai meno ancora di comandare alle proprie sensazioni. — «Perdoni — io soggiunsi — qui si tratta senz’altro d’una sensazione spiacevole, che ciascuno, nel proprio caso, si studia di rimuovere da sè con tutte le sue forze. Ma come può egli giudicare delle proprie forze, se non le ha ancor messe alle prova? Chi è malato va in cerca del medico, ascolta i suoi precetti e si rassegna a ingoiare le più amare medicine per racquistar la salute. Allo stesso modo...» Ma qui, essendomi occorsa la faccia del parroco, che sembrava tendere ogni muscolo per udir distintamente le parole, e intromettersi anch’egli