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94 | werther. |
ricare, e che s’io avessi potuto chiacchierare, invece di scrivere,
cato, voi, aurette meravigliose, voi mandava il Signore, lo Spirito infinito!
Ma ora elle s’acchetano — appena alitano più. Il sole del mattino cresce i suoi ardori; le nuvole accorrono e s’addensano: ecco ch’Ei si manifesta, l’Eterno viene!
I venti s’agitano e romoreggiano e turbinano. Oh, come la foresta s’inchina, come la bufera s’innalza! Visibile, qual Tu puoi essere a’ mortali, eccoti, o Infinito!
La foresta s’inchina, fugge il torrente, ed io non mi prostendo colla faccia a terra? O Signore, Signore! mio Dio misericordioso e clemente! Tu, o Vicino, abbi Tu pietà del mio nulla!
Ti adiri Tu, o Signore, perchè la notte è la Tua veste? Questa notta è benedizione alla terra. Padre, Tu non Ti adiri!
Essa viene a spandere la frescura sullo stelo corroborante, sull’uve rallegratrici dei cuori. Padre, Tu non Ti adiri!
Tutto è silenzioso dinanzi a Te, o Vicino! Tutto è silenzioso dintorno. Anche l’insetto, vestito d’oro, si tace — e ascolta. Forse ch’esso non è senz’anima! Forse è immortale!
Deh, potess’io, o Signore, esaltarti com’io anelo! Sempre più splendido ti mani-