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il Palladio stesso, dichiarava esserne soddisfatto. Dal peristilio si entra nella grande corte interna, ma pur troppo degli edifici che la dovevano circondare, il lato sinistro soltanto si trova eseguito, a tre ordini di colonne sovrapposte le une alle altre, con un porticato al piano terreno, una galleria al primo piano sulla quale si aprono le celle, ed all’ultimo piano finestre, le quali si aprono nel muro. Se non chè, non basta questa descrizione, è d’uopo gettare inoltre uno sguardo almeno sui disegni. Ora due parole ancora dell’esecuzione.
Soltanto i piedestalli ed i capitelli delle colonne, e le chiavi degli archi sono di pietra lavorata, tutto il rimanente è formato non potrei dire di mattoni, ma di terra cotta. Non avevo veruna idea di tale specie di mattoni, o materiale che lo si voglia nomare. Sono pure formate in quello le cornici, le indorature, gli ornati degli archi, non che le pareti, dove i mattoni sono uniti gli uni agli altri, con poca calce. Il tutto pare fuso di getto in un solo pezzo, e quando tutto l’edificio fosse stato ultimato, ed avesse assunta una tinta uguale, sarebbe stata opera di aspetto stupendo.
Se non chè, il progetto era troppo grandioso, come avvenne per molti altri edifici dei tempi moderni. Palladio aveva progettato che si dovesse non solo atterrare il convento attuale, ma ancora acquistare varie case aderenti a questo, ed è probabile siano venuti a mancare il danaro, e la volontà. La sorte, la quale fu propizia a tante sciocchezze, e le volle eternare, non volle consentire potesse avere compimento quest’opera stupenda.
Il 3 Ottobre.
La chiesa del Redentore è opera grandiosa e bella del Palladio, e la facciata si è più pregevole di quella di San Giorgio. Per comprendere meglio quel poco che intendo esporne, sarebbe utile tenere sott’occhio il disegno di quella chiesa, il quale venne inciso le molte volte.