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In mezzo a questi due stranieri pieni di benevolenza, nella solitudine completa di quest’angolo appartato del mondo, riandando l’avventura del mattino, sentivo quale strana creatura sia pure l’uomo, il quale sovente si guasta e si rende pericoloso quanto potrebbe pure godere con tutta sicurezza, in buona compagnia, e ciò unicamente, per il capriccio di volere ridurre il mondo a modo suo.

Verso mezzanotte venni alla mia barca accompagnato dal locandiere, il quale portava il cestellino di frutta di cui mi aveva fatto dono Gregorio, e con vento favorevole, mi allontanai da quella spiaggia, la quale poco era mancato mi dovesse riuscire fatale.

Ora della mia navigazione, la quale ebbe esito felice, dopo che io mi potei godere tutta la limpidezza del lago, e tutta l’amenità della sponda verso Brescia. Colà, dove a ponente i monti cessano di scendere ripidi nel lago e dove si stende fra questo e quelli un tratto di pianura, per la lunghezza di un ora e mezza di cammino all’incirca, havvi una continuazione di villaggi, di paeselli, Garignano, Boiaco, Cecina, Toscolano, Maderno, Verdomi, Salò, i quali tutti per lo più si stendono nel senso della lunghezza. Non havvi parola che valga a dare idea dell’amenità di quella riviera. Sbarcai verso le dieci a Bardolino, caricai il mio bagaglio sopra un mulo, e tolsi l’altro per me. La strada saliva sopra il bacino del lago, e la valle dell’Adige. Sembra che in epoca remotissima le acque, correndo le une contro le altre in diverso senso, abbiano data origine a quest’argine gigantesco, e che in epoche posteriori, vi abbiano depositata terra vegetale fertilissima. Se non che, l’agricoltore è di continuo occupato a trattenere questa sul dorso del monte, a proteggerla contro le pioggie. Si procura trattenerla con muri, coltivando in tanti piani, a foggia di terrazzi. I gelsi per difetto di umidità, non properano quasi su quest’altura. Non è il caso di cercarvi fontane. Di quando in quando si trovano ristagni, nei quali si sono raccolte le acque piovane, e dove possono spegnere la loro sete i muli, ed