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tistica gode di tanto favore, tutto ciò si trova stampato, e se ne può prendere conoscenza ricorrendo ai libri. L’esenziale si è, che io prendo di bel nuovo interessamento alle cose di questo mondo; che io cerco di bel nuovo di esercitare il mio spirito di osservazione, per quanto i miei lumi e le mie cognizioni lo consentono; che la mia vista è pronta ad afferrare rapidamente quanto si offre allo sguardo; e che il mio animo può di bel nuovo esercitare le sue facoltà, le quali erano rimaste oppresse ed irrigidite. Ed ora che sono costretto a servirmi da me, a badare a tutto, a non perdere di vista cosa veruna, mi sento, tuttochè siano trascorsi pochi giorni, ben altra elasticità di spirito; mi è d’uopo informarmi del corso del danaro, cambiare monete, pagare, tenere conti, prendere appunti, scrivere, a vece di pensare soltanto come prima, riflettere, volere, dare ordini, e dettare.

Da Bolzano a Trento si cammina per nove miglia in una valle fertile, ma severa. Tutte quelle piante, le quali tentano vegetare sulle alte montagne hanno di già qui maggiore forza, maggiore vita; il sole vi è caldo, e si crede di bel nuovo in un Dio.

Una povera donna mi domandò se avrei voluto prendere nel mio legno un suo ragazzo, imperocchè il suolo ardente offendeva i piedi di questo. Le usai questa carità, in riconoscenza della limpidezza del sole. Il ragazzo era pulitissimo, anzi vestito con una certa eleganza, ma mi riuscì impossibile comprendere una parola qualsiasi, del dialetto che balbettava.

Il corso dell’Adige era diventato assai meno rapido, ed anzi in molti punti il fiume descriveva ampi meandri. Nella valle, in vicinanza al fiume, al piede delle colline, le coltivazioni sono talmente fitte, talmente aderenti le une alle altre, che si direbbe si volessero soffocare a vicenda; vi si scorgono vigne, gran turco, gelsi, pomi, peri, castagni e noci. Le erbe si arrampicano piene di vita sui muri. L’Edera cresce vigorosa ai piedi delle rupi, e ne riveste la superficie; le lucertole corrono, si nascondono nelle fes-