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interne dell’edificio. Le colonne, in cima alle quali correva un architrave, sono rovinate tutte assieme, atterate probabilmente da un terremoto, e giacciono, ridotte in frantumi, in ordine regolare sul suolo, e Kniep, preso dal desiderio di disegnare con precisione quello strano fenomeno, stà ora aguzzando la punta delle sue matite.

Il tempio di Esculapio murato per buona parte in una casa rurale, ed ombreggiato di stupende piante di carrube, porge una vista graziosissima.

Scendemmo poscia al sepolcro di Ferone, lieti di vedere quel monumento riprodotto le tante volte col disegno ed imitato, dalla cui località si abbracciano colla vista verso levante e ponente, l’area su cui sorgeva la città antica, le reliquie della cerchia ora interrotta delle mura di quella, le rovine dei templi. L’abile pennello di Hackert tolse di qui il soggetto di un bel quadro, e Kniep pure intende riportarne almeno uno schizzo.


Girgenti, giovedì 26 aprile 1787.

Allorquando mi svegliai stamane, Kniep era già pronto ad intrapprendere la sua escursione pittorica, con un ragazzo il quale doveva indicargli la strada, e portare le sue carte. Io mi godetti questa mattina la stupenda vista stando alla finestra in compagnia del mio amico segreto, tranquillissimo, ma non però muto. Per una specie di pudore non ho nominato finora il Mentore al quale io ricorro di quando, in quando, per appoggio; si è questi l’ottimo Riedesel1, di cui porto il piccolo volume sul petto quasi un breviario, od un talismano. Ho sempre ricorso volontieri a coloro, i quali sanno quanto io ignoro; e così fo ora. Ma difettano agio, tranquillità, sicurezza di scopo, mezzi sem-

  1. Morto nel 1785, inviato di Prussia a Vienna. Scrisse un viaggio in Sicilia, e nella Magna Grecia. (Il Traduttore).