Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 309 — |
nel lodevole intento di provvedere alla conservazione di quel monumento, otturandone con gesso bianchissimo le fessure, in quantochè si provvidde per tal guisa ad evitare una rovina totale; però sarebbe pure stato facile il dare a quel gesso la tinta antica, dei materiali che costituiscono il monumento. Quando si considera poi la natura poco consistente delle pietre impiegate nella formazione delle colonne e delle mura, si dura per vero dire fatica a comprendere, come abbiano potuto quelle costruzioni matenersi per tanta serie di anni. Se non che, l’architetto riponendo speranza nella posterità, aveva prese le sue precauzioni; difatti si scorgono tuttora nelle colonne le traccie di uno stucco finissimo, il quale mentre doveva renderle più piacevoli alla vista, non poteva pure a meno, di contribuire a guarentirne la conservazione.
La nostra visita successiva fu dedicata alle rovine del tempio di Giove. Giacciono queste sparse a terra quà e là quasi le ossa di un gigante, fra mezzo a varie piccole possessioni, separate le une dalle altre da siepi, dove si scorgono piante ed arbusti. Tutte quelle rovine non hanno più forma, all’infuori di triglifo colossale, e del tronco di una mezza colonna, proporzionata alla grandezza di quello. Allargai le braccia per misurarlo, ma non la potei abbracciare, e vi potrete formare una idea dell’ampiezza e della profondità delle scanellature, quando vi dirò che appoggiandomivi colle spalle, vi stavo dentro quasi ricoverato in una nicchia. Ventidue uomini all’incirca, collocati l’uno contro l’altro, circonderebbero la periferia di quella colonna. Partimmo da quel campo di ruderi, col rincrescimento di avere visto che nulla vi era a fare colà, per un disegnatore.
Le rovine per contro del tempio di Ercole, permettono formarsi tuttora un idea del suo aspetto. Sussistono tuttora i due ordini di colonne, in direzione da tramontana a mezzogiorno, le quali fiancheggiano da ambi i lati il tempio, e scorgesi fra mezzo a quelle un cumolo di terre, prodotto secondo ogni probabilità della rovina delle parti