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cedevano nella loro varietà, lungo la strada, di una ampiezza straordinaria questa. Potemmo osservare le più belle qualità di erbe, ibisco, malve, trifoglio di varie specie, agli, ed infinita varietà di altre piante. Camminavamo su questi tappeti variopinti, fra quali s’incrocicchiavano, si confondevano innumerevoli piccoli sentieri, e, vedevamo pascolare colà bestiame bello, di pelame rossiccio oscuro, di statura piuttosto bassa, ma di forme distinte, e sovratutto con corna piccole, bellissime.

La catena dei monti, fra tramontana e levante, si presenta tutta ad un dipresso ad uguale altezza, ed una vetta sola emerge a metà di quella, il Cumiglione.

Nelle colline ghiaiose non si vedono guari fonti, e deve del resto cadere poca pioggia in queste regionie, non scorgendosi quasi traccia di rivi, e tanto meno di terreni inondati.

Nella notte mi capitò un caso abbastanza strano. Ci eravamo cacciati sul letto molto stanchi, in una poverissima locanda, quando svegliatomi verso la mezza notte, vidi sopra la mia testa una graziosissima apparizione; era una stella, cotanto bella, che io credo non avere vista mai l’uguale. Me ne rallegrai quasi di felice presagio, quando tutto ad un tratto la mia bella luce disparve, lasciandomi di bel nuovo nelle tenebre. Quando spuntò il giorno, potei riconoscere l’origine di questo fenomeno; nel tetto della nostra camera vi era un buco, ed in quel momento una fra le più belle stelle del firmamento, aveva attraversato il mio meridiano. Quest’avvenimento naturalissimo sarebbe però parso di buon augurio ad ogni viaggiatore.


Sciacca, il 22 aprile 1787.

La strada che abbiamo percorsa fin qui, non offre interesse dal punto di vista mineralogico, correndo sempre fra colline ghiaiose. Giunti alla spiaggia del mare, si trovano di bel nuovo roccie calcari. Le pianure sono di una