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tanti si dimostrarono pusillanimi dessi pure alla loro volta, ed il Balsamo riebbe la sua libertà, senza che punto risulti dagli atti del processo, nè come l’abbia desso ottenuta, nè chi l’abbia ordinata.
Poco dopo egli abbandonò Palermo, fece vari viaggi, intorno ai quali l’autore del memoriale non si potè procurare che notizie imperfette.
Il memoriale terminava per provare con molto acume, come Balsamo e Cagliostro fossero lo stesso individuo, tesi questa la quale era più difficile il sostenere in allora di quanto non sia attualmente, che si conoscono tutti i particolari di quella quistione intricata.
Se io non avessi dovuto ritenere in allora che in Francia si sarebbe data pubblicità a quel documento, e che probabilmente al mio ritorno in Germania lo avrei trovato stampato, mi sarebbe stato permesso il levarne copia per potere fare conoscere in anticipazione a miei amici ed al pubblico, vari particolari abbastanza curiosi.
Intanto io vi ho data la sostanza di quel memoriale da cui risulta d’onde abbiano avuta origine tanti errori, ed in qual modo abbiano potuto propagarsi. Chi avrebbe mai potuto ritenere, che Roma avrebbe potuto contribuire per tal modo, ad illuminare il mondo, ed a smascherare un impostore, siccome ha fatto colla pubblicazione degli atti di quel processo? Imperocchè quello scritto, ad onta avrebbe potuto e dovuto riuscire molto più interessante, rimarrà pur sempre un documento prezioso per qualunque persona ragionevole, la quale non poteva a meno di considerare con rammarico, come quell’impostore fosse riuscito ad ingannare per tanti anni il mondo, non che ad acquistare una fama, la quale non poteva a meno di riuscire molesta a tutte le persone di mente sana, le quali non potevano nudrire a di lui riguardo altro sentimento, all’infuori di quello del disprezzo.
Chi non avrebbe taciuto volontieri, durante tutto quel tempo? Ed anche ora che la cosa venne portata in chiaro, che la quistione fù definita, mi è d’uopo fare un certo