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piccolo villaggio distante un otto miglia da Messina, e devo notare a questo proposito, che vivono oggidì tuttora a Messina due fonditori di campane, i quali portano quel cognome. La prozia fu madrina del Giuseppe Balsamo, il quale ricevette nel battesimo il nome del marito di lei, ed inoltre prese pure in seguito, dal suo prozio, il sopranome di Cagliostro.
I coniugi Bracconeri ebbero tre figliuoli; Felicita, Matteo, ed Antonia.
Felicita fu maritata ad un Pietro Balsamo, figliuolo di Antonino Balsamo, venditore di nastri in Palermo, il quale sembra fosse ebreo di origine.
Pietro Balsamo, padre dal famigerato Giuseppe, fece bancarotta, e morì in età di quarantacinque anni. La sua vedova, la quale vive tuttora, gli partorì oltre il nominato Giuseppe, una figliuola, Giovanna Giuseppe Maria, la quale fu maritata a Gian Battista Capitumino che morì, dopo avere data vita a tre figliuoli.
Il memoriale di cui il cortese autore mi diede lettura, e che, aderendo alla mia preghiera, mi affidò per alcuni giorni, era corredato di fedi battesimali, di contratti di matrimonio, e d’istrumenti raccolti con somma accuratezza. Conteneva ad un dipresso le circostanze (siccome mi risulta da un estratto che ne ho fatto a suo tempo), le quali furono poste in luce dagli atti del processo eseguito a Roma, vale a dire, che un Giuseppe Balsamo nato a Palermo in principio del giugno 1743 e tenuto al fonte battesimale da Vincenzo Martello in Cagliostro, aveva vestito nella sua gioventù l’abito di frate mendicante, in un ordine che si proponeva specialmente l’assistenza agli ammalati; che non aveva tardato guari a rivelare molta disposizione per lo studio, e per l’esercizio della medicina; che però era stato cacciato dal convento per la sua cattiva condotta; e che aveva finito per dedicarsi in Palermo alle pratiche della magia, ed alla ricerca di tesori.
Soggiungeva il memoriale che non aveva ommesso il Balsamo di trarre partito della singolare sua perizia nel-