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splendidezza ci pose in un certo imbarazzo, e domandammo fare i nostri patti per il prezzo; ma il vecchietto ci rispose non esservi d’uopo di patti, o di condizioni; bastargli solo che il tutto fosse di nostra convenienza. Pose parimenti a nostra disposizione l’anticamera aderente alla nostra stanza, la quale era fresca, ariosa, con vari balconi.

Ci godemmo per tanto la vista bella e variata, cercando formarcene idea precisa dal lato pittorico, imperocchè poteva porgere argomento al pennello, ed alla matita di un artista.

La luna, la quale splendeva limpida, c’invitò a girare ancora alla sera per istrada, e tornati a casa, ci trattenne buona pezza sul balcone. La luce era meravigliosa; regnavano un silenzio, ed una quiete piacevolissimi.


Palermo, martedì 3 aprile 1787.

I nostri primi passi furono diretti a formarci un’idea generale della pianta della città, la quale è cosa facile, e malagevole ad un tempo; facile, in quantochè una strada lunghissima la percorrete tutta quanta dall’alto al basso, dal mare per la porta dove eravamo entrati verso i monti, ed inquantochè, verso la metà, questa strada è tagliata ad angolo retto da un altra via, e su queste linee è facile lo orizzontarsi; ma fuori di queste, la città porge un vero laberinto intricato di strade, e stradicciuole, per entro al quale un forastiero non si può raccapezzare, senza il soccorso di una guida.

Verso sera fissò la nostra attenzione il corso delle carozze, ossia la solita passeggiata delle persone distinte, le quali escono di città in carrozza, per godersi il fresco, trattenersi all’aperto, ed all’occorrenza corteggiarsi a vicenda.

Due ore prima che sottentrasse la notte, la luna splendeva nel suo pieno, e la sera era propriamente stupenda. La posizione di Palermo, che guarda settentrione, fa si,