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nella qualità di rappresentante d’Inghilterra, e dopo tanto amore per le arti, dopo tanto studio della natura, ha finito per rinvenire un vero capolavoro di natura e di arte, in una bellissima giovane, un Inglese di vent’anni all’incirca, che tiene presso di sè. Per ver dire ch’ella è propriamenie bella, di figura e di persona! Le ha fatto fare un costume alla foggia greca, il quale le stà stupendamente; ella si scioglie i capegli, prende due scialli, e si presenta in una serie di posizioni, di attitudini, di gesti, che nel vederla, si crederebbe sognare. Si vedono in realtà, l’una dopo l’altra, quelle attitudini, quelle posizioni, che tanti e tanti artisti si studiarono a riprodurre nelle loro statue, nei loro dipinti. Ora sorge in piedi, ora s’inginocchia, ora siede, ora si corica, ora assume aspetto serio, ora malinconico, ora ironico, ora delirante, ora di penitente, ora di civetta, ora minaccioso, ora accorato; e tutto ciò, di seguito, rapidamente. Sa variare ad ogni diversa espressione le pieghe de’ suoi veli; sa pure formarsi con questi acconciature per il capo, le più svariate. Il vecchio cavaliere tiene il lume, e si abbandona con tutto l’animo alla contemplazione di quello spettacolo. Trova in quella giovane tutti i pregi dell’arte antica, il profilo delle monete siciliane, e quello pure, io credo, dell’Apollo del Bel vedere. Vuolsi ad ogni modo ammettere, che il passatempo non è d’indole volgare. Abbiamo passato già due sere a godercelo noi pure, e stamane di buon ora Tischbein ha disegnata la figura della bella Inglese.
Per potervi parlare del personale della corte, delle relazioni di questo, mi è d’uopo ancora sottoporre a disamina, e coordinare le mie osservazioni. Oggi il re è andato alla caccia del lupo, colla speranza di ucciderne cinque almeno.
Napoli, il 17 marzo.
Mentre vorrei scrivere parole, non si presentano alla