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quanta forza in quella criniera! Dovette pure essere un bello e forte animale.

Ci volgemmo indietro per osservare una statua di donna, la quale trovasi collocata in una nicchia sopra l’ingresso dell’atrio, all’interno. Fu ritenuta già da Winckelmann per una copia di una danzatrice, imperocchè gli artisti solevano rappresentare nell’atto di muovere quelle dive, che ora ci si presentano sotto aspetto di divinità, ovvero di ninfe al riposo. Del resto quella figura è bella, ed ha molta leggerezza; il capo era infranto, ma venne ristaurato con molta maestria, e quella statua, la quale trovasi in complesso ben conservata, meriterebbe essere allogata in sede più conveniente.


Napoli, il 9 marzo.

0ggi ho ricevuto le vostre care lettere del 16 febbraio. Continuate a scrivermi. Ho provveduto perchè mi sia ricapitata a dovere la mia corrispondenza, e continuerò a farlo, quand’anche dovessi andare più oltre. Mi fa un singolare effetto il leggere a tanta distanza che i miei amici non si sono visti; eppure spesse volte è naturalissimo che non si vedano, quelli i quali sono cotanto vicini gli uni agli altri.

Il tempo si è guastato; varia ad ogni momento, è cocominciata la primavera, e verranno giornate di pioggia. La vetta del Vesuvio non è stata più scoperta come nel giorno in cui sono salito lassù. Nelle ultime notti si viddero di quando in quando fiamme colà, ora il volcano bolle all’interno, e si aspetta un’eruzione più forte.

Le burrasche di questi giorni ci hanno fatto vedere il mare nella sua imponenza, e si poteva studiare ed ammirare la forza delle onde; la natura si è pure il solo libro che offra ammaestramenti sublimi ad ogni pagina. Per contro il teatro non mi reca più soddisfazione. Si recitano qui durante la quaresima opere sacre in musica, le