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si dovrebbe morire di angoscia. Oggi regna il scirocco, e per poco che il vento soffiasse più gagliardo, le onde supererebbero il molo.

Oggi venerdì è giorno di passeggio di gala della nobiltà, ed ognuno vi produce suoi equipaggi, e specialmente i cavalli. È impossibile vedere animali più belli, ed è la prima volta che abbiano destato questi in me, sentimento d’invidia.


Napoli il 3 marzo.

Acchiudo a questa mia alcuni biglietti cortesi, quali testimonianza dell’accoglienza che ho trovata qui, e vi unisco la busta, affumicata in un angolo, della vostra ultima, la quale varrà a provarvi, che io ho portate meco sul Vesuvio. Non vi dovrete però figurare, nemmeno per sogno, che io abbia corso qualche pericolo; state pur sicuri, che dove vado io, non vi ha maggior pericolo di quanto se ne possa incontrare sul viale del Belvedere. Io non vado in traccia di avventure per distinguermi; voglio soto vedere le cose bene, addentrarmi quanto possa fare qualunque altro, nei loro particolari. Neppure in Sicilia vi ha maggiore pericolo. Pochi giorni sono è partita una fregata per Palermo, con vento favorevolissimo di tramontana; lasciò Capri sulla sua destra, e pervenne per certo in trentasei ore alla sua destinazione; ed anche colà non vi ha in sostanza nessuno di quei pericoli, che si suppongono facilmente, stando lontani.

Per ora non si parla punto di terremoto nell’Italia meridionale; in quella centrale ebbero a soffrire alquanto Rimini ed alcune località vicine. Non vi si bada guari più qui, che da noi al vento ed alla pioggia, ovvero che agl’incendi in Turingia.

Ho udito con piacere che siate stati soddisfatti della novella forma che ho dato all’Ifigenia; però mi sarebbe tornato più accetto ancora, lo apprendere che aveste me-