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Intanto mi avvicinavo ai monti, i quali si venivano sviluppando sempre più.

La posizione di Benedictbeuer è stupenda, e sorprende al primo aspetto. Si scorge in una fertile pianura un vasto e lungo casamento bianco, quasi addossato ad una rupe di grande altezza. Si continua a salire a Kochelsee, e più in alto ancora, propriamente nei monti, a Wolchensee. Ivi salutai le prime vette nevose, e mentre stupivo tuttora di trovarmi già cotanto vicino alle montagne ricoperte di neve, udii che ieri, al punto stesso dove mi trovavo, vi erano stati lampi, tuoni, e che sui monti vicini era caduta la neve. Si sperava bene da quel temporale, e dalla prima neve caduta si voleva trarre argomento di mutazione favorevole del tempo. Le rupi che mi circondavano erano tutte di formazione calcare, e di quella la più antica, la quale non contiene ancora pietrificazioni.

Questa catena di monti calcari si stende, senz’interruzione di sorta, dalla Dalmazia al San Gottardo, ed oltre. Hacquet ha visitato la maggior parte di questa catena, la quale si appoggia ai monti primitivi ricchi di quarzo e d’argilla.

Erano le quattro e mezzo, allorquando arrivai a Wallensee, ed ad un ora di distanza da questa località, mi avvenne un caso curioso. Incontrai un uomo il quale portava un arpa, accompagnato da una sua figliuola, ragazza di undici anni all’incirca, che il padre mi pregò di accocogliere nel mio legno. Egli continuò a portare il suo stromento, ed io feci sedere al mio fianco la ragazza, la quale prima allogò con molta cura sotto i suoi piedi una scatola piuttosto grande, e nuova. La ragazza era una creaturina graziosa, educata, ed assuefatta di già a girare il mondo. Era stata di già con sua madre a piedi alla Madonna di Einsiedeln, e stavano sul punto d’intraprendere il pellegrinaggio ben maggiore di S. Giacomo di Compostella, allorquando la madre venne a morire, e non potè compiere il suo voto. Quella ragazza aveva grande