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la Trinità dei Monti si sta praticando uno scavo, per allogarvi le fondazioni destinate a soreggere un nuovo obelisco, e colà si trovano ad ogni tratto rovine degli orti di Lucullo, i quali posteriormente vennero in possesso degl’imperatori. Il mio parrucchiere, recatosi un giorno colà, di buon mattino, vi trovò un frammento in terra cotta, di superficie piana, con alcune figure, e dopo averlo ripulito accuratamente, ce lo fece vedere. Non frapposi indugio a farne acquisto. Non è guari più largo della mano, e sembra dovesse formare parte del bordo di un ampio piatto. si scorgono due grifoni presso un ara destinata a sacrificio; sono di lavoro finitissimo, e se fossero invece incisi sopra una pietra dura, potrebbero formare un bellissimo sigillo.

Vado pure raccogliendo varie altre cose, e nessuna havvene qui, la quale si possa dire priva di merito. Tutte hanno importanza più o meno, tutte sono istruttive. Più pregevoli però d’ogni altra cosa, mi saranno le idee che porterò meco di qui, le quali si verranno sempre più ordinando, ed acquistando maggior valore.


Il 15 Febbraio.

Non mi fu possibile evitare di dovere dare lettura ancora della mia Ifigenia, prima di partire per Napoli. La signora Angelica, ed il consigliere aulico Reifenstein, furono gli uditori, e quegli che più mi spinse, si fu il signor Zucchi, per secondare il desiderio di sua consorte; egli intanto stava lavorando attorno ad un grande disegno di architettura, nel quale ramo dell’arte è valentissimo. Fu in Dalmazia con Clérissau, lavorando in società con quegli, disegnando le figure nelle viste di edifici e di rovine pubblicate dal primo, acquistando in allora molta pratica della prospettiva e dell’effetto, che ora negli anni suoi inoltrati, si compiace a riprodurre sulla carta.

L’animo gentile di Angelica prese la più viva parte alla mia produzione; mi promise torne il soggetto di