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si vogliono. Sono buoni di già in questa stagione, ma al mese di marzo saranno migliori.
Ultimamente abbiamo fatto una gita al mare, ed ivi una pesca, prendendo pesci e gamberi, di forme strane e e curiose, fra quali il pesce pure, che al contatto produce la scossa elettrica.
Il 20 Dicembre.
In fin del conto provo quasi più fatica, pensieri, che soddisfazione. Quella specie di risurrezione intima, interna, della quale vi ho fatta parola, continua. Pensavo bensì imparare qui molte cose, ma non mi sarei imaginato mai di dovere ritornare addirittura a scuola, di dovere ripetere le tante cose, completare lo studio di tante altre. Ora però ho finito per persuadermene, mi vi si sono pienamente rassegnato, e quanto più obbedisco a questa necessità, tanto maggiore soddisfazione ne provo. Mi trovo nella condizione di un architetto, il quale voleva innalzare una torre, e si accorge di avere gittate cattive fondazioni; se non che per buona sorte se ne avvidde ancora in tempo, sgombra quelle dalla terra che di già le ricopriva, cerca correggere il difetto, rafforzarle, e si rallegra in anticipazione della solidità del suo futuro edificio. Voglia Iddio che anche dopo il mio ritorno io possa continuare a sentire le conseguenze morali della nuova sfera di vita nella quale sono entrato, imperocchè coll’allargarsi del sentimento artistico, sono pure le idee morali quelle, le quali vanno soggette a maggiori modificazioni.
Trovasi qui il dottore Munter di ritorno dal suo viaggio di Sicilia. È uomo d’indole vivace, energico, ma io ignoro quale sia il suo scopo. Sarà di ritorno costà nel mese di maggio, e vi potrà narrare ben molte cose, essendo oramai due anni ch’egli viaggia in Italia; se non chè, egli si trova malcontento degli Italiani, i quali non tennero guari conto di molte commendatizie serie di cui