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La nuova edizione della Storia delle arti del Winckelmann, tradotta dal Fea, è opera molto utile, che io mi sono procurata subito, e che trovo, sul luogo, molto pratica e molto istruttiva.
Anche le antichità romane cominciano interessarmi. Storia, iscrizioni, monete, cose tutte delle quali poco io seppi fin qui, mi cominciano ad interessare, e mi succede la stessa cosa che mi accadeva nello studio della storia naturale, imperocchè tutta la storia del mondo si rannoda a questo gran centro, ed io posso dire essere nato una seconda volta, essere risorto, nel giorno in cui sono venuto a Roma.
Il 5 Dicembre.
Nelle poche settimane dacchè io mi trovo a Roma, ho visto di già arrivare e partire molti forastieri, ed ho avuta occasione di meravigliarmi della leggerezza colla quale trattano dessi tutti questi oggetti venerandi. Sia ringraziato Iddio, che nessuno di questi uccelli di passaggio me ne potrà più imporre quindinnanzi, allora quando mi parlerà di Roma nelle contrade settentrionali; nessuno mi muoverà più la bile, imperocchè, ho visto io pure alla mia volta, e saprò quale conto dovrò fare delle loro ciarle.
L’8 Dicembre.
Abbiamo pur sempre belle giornate. La pioggia, la quale cade di quando in quando, favorisce la vegetazione, e mantiene verdi i giardini. Gli alberi permanentemente verdi mutano le foglie poco a poco, in guisa che non si scorgono mai spogli di queste. Si vedono nei giardini piante di agrumi, cariche di frutti, le quali crescono e vivono in piena terra, all’aria aperta, senz’avere d’uopo di essere coperte.
Avrei voluto darvi conto particolareggiato di una gita