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interessato, meschino, cattivo. La cosa è evidente, ma per altra parte è malagevole, osservare cotale contegno.


Il 24 Novembre.

Della nazione non saprei dire guari altro, se non che gli uomini sono pur sempre gli stessi, sia che vivano fra lo splendore e la pompa della religione e delle arti, sia che traggano i loro giorni nelle caverne, e nelle foreste. La cosa principale che colpisce i forastieri, e della quale oggi ancora parla tutta la città, non facendo però altro che semplicemente parlarne, sono gli omicidi i quali sono cosa abituale. Quattro individui vennero uccisi in queste tre settimane, fra le persone le quali si trovano in qualche modo in relazione con noi. Oggi toccò ad un bravo artista svizzero, Schwendeman, incisore di medaglie, ultimo allievo di Hetlinger, il quale fu aggredito di sorpresa, nello stesso modo avvenuto a Winckelmann. L’uccisore gli diede ben venti colpi di pugnale, e quando vidde che era ricercato dalla forza, finì per uccidersi. Però, questa non è qui l’usanza. L’assassino cerca rifugio in una chiesa, ed allora non occorre altro.

Converrebbe pertanto che io mi occupassi pure delle ombre del mio quadro, che vi facessi parola dei delitti, della malsania, delle innondazioni, dei terremoti; se non che in questo momento l’eruzione del Vesuvio si è quella, la quale trae in agitazione tutti quanti i forastieri, e conviene farsi forza, per non correre a quella volta, per resistere alla forza di attrazione, di un tanto fenomeno di natura. In questo momento si direbbe che non esistono più a Roma tesori di arte; tutti i forastieri interrompono il corso dei loro studii, delle loro osservazioni, tutti corrono a Napoli. Io però voglio ostinarmi a stare qui, nella speranza che il vulcano serberà qualcosa ancora per me.