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egli. Ed ora si disputa accanitamente al riguardo. Sostengono gli uni avere voluto Mengs fare un semplice scherzo, mentre gli altri per contro dicono ch’egli non sarebbe stato mai capace di eseguire quel quadro, troppo bello quasi per Rafaello stesso. Io l’ho visto ieri, e devo pur dire non avere visto mai cosa più bella della figura di Ganimede, nella testa sovratutto, e nel dorso; nelle altre parti ebbero luoghi molti ristauri; intanto con tutte quelle dispute il quadro venne in discredito, e nessuno ne vuole fare acquisto dalla povera vedova.


Il 20 Novembre 1786.

Sappiamo per esperienza che spesso si desidera publicare le poesie accompagnate da disegni, ed incisioni, come pure che spesso i pittori riproducono nei loro quadri scene dei poeti, e pertanto trovo molto degna d’encomio l’idea di Tischbein, che fin da principio, pittore e poeta debbano lavorare d’accordo, per formare un opera complessa. La difficoltà sarebbe poi minore, qualora si trattasse di poesie brevi, delle quali fosse facile afferrare tosto il senso.

Tischbein nutre a questo riguardo idee graziosissime, nel genere degl’idilli ed è degno di osservazione che gli argomenti ch’egli vorrebbe per tal guisa commentati, illustrati dalla poesia, sono di tal natura che non varrebbe a riprodurli la sola pittura, ovvero la sola poesia. Egli me n’ha tenuto discorso nelle nostre passeggiate, per animarmi ad intraprendere lavoro di tal fatta seco lui. Abbiamo fatto di già il progetto dell’incisione che dovrebbe servire di frontispizio al libro, e se non mi arrestasse il pensiero d’impegnarmi in un nuovo lavoro, sarebbe possibile che io finissi per intraprendere quello.


Roma il 22 Novembre 1786.
Festa di S. Cecilia. 

Voglio dedicare alcuni versi al ricordo di questa giornata piacevolissima, o quanto meno narrare storicamente