Pagina:Goethe - Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87.djvu/158


— 144 —

di questo, ogni altro monumento appare meschino; la sua imponenza è tanta, che si dura fatica ad imprimersene l’aspetto nella mente, lo si ritiene unicamente in proporzioni minori, e quando si ritorna a vederlo, appare sempre più grandioso.


Frascati, il 15 Novembre.

I miei compagni sono già a letto, ed io scrivo, intingendo la penna nella conchiglia, la quale contiene tuttora l’inchiostro della China, che ha servito per i disegnatori. Abbiamo passato qui due belle giornate, scevre totalmente di pioggia, calde, e con un sole limpido, al quale nulla avrebbe trovato a ridire la state. La contrada è amenissima; il paese sorge in cima ad una collina, alla quale si potrebbe quasi dar nome di monte, ed ogni passo porge bei punti di vista a chi vuole disegnare. L’orizzonte è vastissimo; si scorge Roma, al di là di questa il mare, ed a diritta le montagne di Tivoli, ed altre. Questa contrada piacevolissima, è fatta a posta per la villeggiatura, e nella stessa guisa che gli antichi Romani avevano già qui le loro ville, i Romani dei tempi moderni, da un secolo, ed anche prima, costrussero belle case di campagna, nei punti i più favorevoli. Girammo per due giorni in questi dintorni, trovando sempre qualcosa di nuovo, di bello.

Quasi quasi però direi che la sera era più piacevole ancora della giornata. Non appena la brava locandiera aveva deposta la lampada d’ottone a tre becchi sull’ampia tavola rotonda, ed augurata la felicissima notte, ci radunavamo tutti attorno a quella, e si cavavano fuori i fogli, sui quali durante la giornata si erano eseguiti disegni, ovvero presi schizzi. Si parlava intorno a questi, si discuteva se gli oggetti fossero stati presi dal miglior punto di vista; se si fossero riprodotti a dovere; si trattavano tutte le quistioni che valessero a porsi in grado di rendere conto esatto di quanto si era fatto. Il consigliere aulico Reifenstein, sa presiedere con molto tatto, e con