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splendidezza al momento della marea alta, la volevo contemplare pure nella sua povertà, durante la marea bassa. È necessario vedere i due quadri, per potersi formare un idea precisa della località; e difatti, produce un certo senso il vedere terra, dovunque dove prima si era vista acqua. Le isole non sono più isole, ma bensì terreni coltivati, che sorgono in un’ampia palude di tinta verdastra, fra mezzo a moltiplici canali. Tutta quella vasta palude, è coperta di piante acquatiche, le quali alla lunga devono desse pure contribuire a rialzare il suolo, tuttochè continuamente smosse e disturbate dal flusso e riflusso, i quali non danno tregua alla vegetazione.

Voglio ancora una volta far parola del mare; colà io viddi oggi per la prima volta l’abitazione delle lumache di mare, delle patelle, delle aragoste. Quale stupenda cosa non sono però gli esseri animati? Come ogni loro parte corrisponde alle condizioni della loro esistenza! Quanto non mi giova in oggi quel poco studio che ho fatto della storia naturale, e quanto godo nel poterlo continuare! Però conviene che io mandi a miei amici qualcosa di più positivo, che semplici esclamazioni.

I murazzi a difesa del mare presentano prima alla base alcuni gradini, alti e ripidi; quindi una superficie verticale leggermente inclinata; poi di nuovo un gradino, ed una superficie verticale leggermente inclinata, finalmente un tratto di muro affatto verticale, che termina con una sporgenza verso il mare. Ordinariamente la marea alta copre i gradini, i piani inclinati, e nei casi straordinari si frange sul tratto di muro verticale, e sulla sporgenza di quello.

Il mare porta seco i suoi abitatori, piccole lumache le quali si possono mangiare, patelle univalve, e sovratutto poi gamberi, se non che appena hanno questi animali preso possesso della superficie scabra dei muri, le acque del mare nell’abbassarsi riprendono, e riportano seco. Da principio tutte quelle bestioline non sanno di che cosa si tratti; credono sempre che le acque salse ritorneranno;