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Mi fece piacere lo scorgere che tutti quei mosaici conservano il loro carattere primitivo, e che sono tutti, tanto i buoni quanto i cattivi, formati ugualmente con piccoli cubi di vetro. L’arte alla quale andarono debitori gli antichi dei loro pavimenti, i Cristiani delle volte delle loro chiese, si è ridotta ora miseramente a fabbricare braccialetti, e tabacchiere. Corrono tempi peggiori, di quanto in generale si ritenga.
L’8 Ottobre.
Nel palazzo Farsetti esiste una collezione preziosa, di copie in gesso delle migliori statue antiche. Non farò menzione di quella che trovansi a Manheim e di altre che sono oramai conosciute da tutti; accennerò soltanto quelle che trovai nuove. Una Cleopatra colossale, la quale si addormenta nel sonno della morte coll’aspide arrotolato attorno al braccio; una Niobe, la quale cerca far riparo col suo manto alla più giovane fra le sue figliuole, contro le freccie di Apollo; un gladiatore, un genio alato in atto di riposo; finalmente statue di filosofi, ritti in piedi, e seduti.
Sono opere tutte, le quali potranno recare soddisfazione in ogni tempo, e dare a pensare a lungo, sul merito dei loro autori.
Molti busti poi mi hanno riportato addirittura nei tempi antichi, e solo mi duole l’essere così poco versato in quella parte; se non che, spero farvi progressi, ora che conosco la strada.
Palladio me l’ha additata, e mi ha aperti gli occhi allo studio dell’antichità, e dell’arte antica. La cosa vi parrà per avventura alquanto strana, ma non sarò mai tanto paradossale quanto Jacopo Bohmen, quando pretendeva avere compreso nel contemplare un piatto di stagno, l’irradiazione di Giove sull’universo. Trovasi pure in quella collezione un pezzo del cornicione del tempio di Antonio e di Faustina a Roma; e questo stupendo pezzo di archi-