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Filosofia zoologica 83

servatore di non aver altro sott’occhio che un atlante fornito di un’appendice.

Ciò che è costante, si è il posto che un osso occupa nella economia e l’ufficio che vi compie; per la qual cosa nei nostri studi osteologici noi cercheremo sempre ciaschedun osso là dove è il suo posto; lo troveremo sempre, ma sovente respinto in una direzione o in un’altra, compresso, atrofizzato, e anche qualche volta ipertrofizzato. Dal posto che occupa l’osso noi indovineremo i suoi usi, i quali devono determinare una forma primitiva da cui esso non si scosta mai oltre certi limiti prestabiliti.

Le deviazioni delle forme possibili si deducono, sia mercè il ragionamento, sia mercè l’esperienza; esse dovranno essere presentate nel quadro sinottico, procedendo dal semplice al composto; dallo stato rudimentale allo stato perfetto, e viceversa, secondo che l’uno o l’altro metodo apparirà più chiaro.

Si scorge facilmente quanto la monografia compiuta di un osso esaminato in tutta la classe dei mammiferi riuscirebbe utile, quanto agevolerebbe la costruzione del tipo ideale.

Cerchiamo ora se non esista un punto centrale intorno a cui noi possiamo riunire su un circolo comune le osservazioni fatte o da farsi, per comprenderle con una sola occhiata.

VIII.

Dell’ordine che si deve tenere nello studio dello scheletro, e delle osservazioni che si devono fare su ciascuna parte.

Prima di accingersi allo studio di questo argomento l’osservatore deve avere sotto gli occhi un quadro ge-