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Filosofia zoologica | 53 |
Si vede che il mistero della propagazione per semi è già contenuto in questa formola. E, se si riflette, se si osserva bene, si riconoscerà che il seme stesso il quale a primo aspetto, ci appare come una unità indivisibile, in realtà non è che un adunamento di esseri somiglianti e identici. Ordinariamente si considera la fava siccome acconcia a dare una giusta idea del germogliamento; prendetela prima che abbia germogliato, quando è ancora avvolta nel suo perisperma, voi troverete, quando l’avrete spogliata di questo invoglio, primieramente due cotiledoni che a torto vengono comparati alla placenta, imperocchè sono vere foglie, tumefatte per verità, ripiene di fecola, ma che verdeggiano all’aria: poi si osserva la piumetta che si compone essa pure di due foglie sviluppate e suscettive di svilupparsi ancora; se voi riflettete che dietro ciascun picciuolo esiste una gemma, se non in realtà almeno possibile, allora riconoscerete nel seme che a tutta prima ci appare semplice, un adunamento di individualità che l’idea suppone identiche e di cui l’osservazione dimostra l’analogia.
Ciò che è identico secondo il giudizio della mente, agli occhi della osservazione qualche volta è identico, altre volte è somigliante, e finalmente spesso è al tutto differente e dissomigliante, e in essi consiste la vita accidentata dalla natura quale noi la vogliamo presentare in questo libro.
Citiamo ancora un esempio preso nel grado più basso della scala animale. Hannovi infusorii che presentano una forma semplicissima, i quali noi vediamo nuotare nell’acqua, appena questa li lascia all’asciutto, essi scoppiano e si risolvono in una moltitudine di minuti granellini; probabilmente questa risoluzione è un fenomeno naturale che seguirebbe in pari modo nell’acqua e che indica una moltiplicazione indefinita. Ho parlato abba-