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26 | Biblioteca scientifica |
Ma prima di aprire questo volume, il lettore mi permetterà che io gli esponga una riflessione, una confessione, la quale, sebbene sia senza conseguenza, potrà tuttavia essere giovevole ai nostri nepoti: ed è che, non soltanto nella gioventù, ma anche nell’età matura, l’uomo che ha concepito una idea feconda e razionale, prova il bisogno di farla conoscere, e di vedere gli altri partecipare ai suoi concetti.
Io non mi accorsi allora che io mancava al tutto di tutto quando ebbi l’ingenuità di mandare la mia memoria tradotta in latino e accompagnata da disegni in parte finiti, in parte abbozzati a Pietro Camper medesimo. Egli mi fece una lunga risposta piena di benevolenza e di elogi sul mio zelo anatomico. Senza precisamente criticare i disegni, egli mi dava alcuni consigli sul modo di renderli più fedeli. Sorpreso dalla esecuzione di quell’opuscoletto, mi domandò se io volessi farlo stampare, mi fece conoscere le difficoltà che avrei incontrato per la incisione dei disegni, e m’insegnò nello stesso tempo il modo col quale le avrei potuto superare. In breve, egli prese alla cosa l’interessamento di un protettore e di un padre.
Egli non aveva per nulla sospettato il mio intendimento di contrastare alla sua opinione, e non vedeva nel mio lavoro che un programma senza conseguenze. Io risposi modestamente, e ricevetti ancora parecchie lettere particolareggiate e sempre benevole, contenenti fitti materiali; ma nissuna di quelle lettere si riferiva allo scopo che io mi proponeva. Lasciai cadere quella relazione, ed ebbi torto; perchè avrei potuto attingere nei tesori della sua esperienza, e avrei dovuto ricordarmi che un maestro non si lascia convincere di un errore, appunto perchè è stato sollevato a quella dignità di maestro che legittima i suoi errori. Disgraziatamente