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Filosofia zoologica | 23 |
la sua sagacia adoperata in tal modo a ricondurre alla regola le pretese anomalie.» Quante cose si potrebbero aggiungere, se non si volesse rimanere entro la cerchia di indicazioni sommarie?
Qui giova osservare che i naturalisti i quali hanno proceduto in questa via sono i primi che abbiano compreso la potenza della legge e della regola. Quando non si studia che lo stato normale degli esseri, si acquista la persuasione che essi devono essere così, e che in ogni tempo sono stati e sempre saranno stazionarii. Ma se noi scorgiamo delle deviazioni, delle anomalie, delle mostruosità, allora non tardiamo a riconoscere che la legge è fissa e invariabile, ma che è pure viva; che gli esseri si possono trasformare fino alla deformità entro i confini che essa ha segnato, pur riconoscendo sempre il potere invincibile della legge che li ritiene con mano ferma e sicura.
Samuele Tommaso Soemmering ha dovuto la sua esistenza scientifica a Camper. Era un uomo operoso, infaticabile, che osservava e rifletteva sempre. Nel suo bel lavoro intorno al cervello, egli stabilisce perfettamente la differenza che vi è fra l’uomo e gli animali, quando la fa consistere in ciò che, negli animali la massa del cervello non è superiore a quella dei nervi, mentre si osserva il contrario nell’uomo. Quanta sensazione non ha destato in quel tempo, in cui era facile l’entusiasmo la scoperta della macchia gialla della retina, e quanto non ha contribuito Soemmering a far progredire l’anatomia dell’occhio, dell’orecchio, col suo acume e colla perfettezza dei suoi disegni! La sua conversazione e le sue lettere erano in pari modo istruttive e interessanti. Un fatto nuovo, un punto di vista inosservato, un pensiero profondo destavano in lui un interessamento che egli sapeva comunicare agli altri. Tutto si compiva ra-