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Filosofia zoologica 13

Egli esprime altamente la sua stima e la sua simpatia pei lavori dei naturalisti stranieri in generale, e per quelli dei tedeschi e degli scozzesi, in particolare; si dichiara loro alleato, e il mondo dei dotti scorge con gioia tutto ciò che questa unione promette di utili risultamenti.

Sovente nella storia delle scienze come nella storia delle nazioni, si vedono cause accidentali e in apparenza lievissime le quali mettono apertamente gli uni in faccia agli altri dei partiti di cui era ignorata l’esistenza. La stessa cosa avviene del fatto attuale; disgraziatamente esso presenta questa particolarità, che la circostanza al tutto speciale la quale ha dato luogo a questa discussione, minaccia di trascinarla in un dedalo senza fine. Infatto, i punti scientifici di cui si tratta non hanno in se stesso nulla che possa eccitare un interessamento generale, ed è cosa impossibile il renderli accessibili alla massa del pubblico. Sarebbe adunque cosa più giudiziosa il ricondurre la questione ai suoi primi elementi.

Ogni avvenimento importante deve essere considerato e giudicato dal punto di vista etico, vale a dire che l’influenza del carattere individuale e della posizione personale degli attori merita di essere esattamente apprezzata. Perciò noi sentiamo il bisogno di dare una breve notizia biografica dei due uomini di cui ci stiamo occupando.

Geoffroy-Saint-Hilaire, nato a Etampes nel 1772, fu nominato professore di zoologia nel 1793, quando il Jardin des Plantes fu eretto in scuola pubblica di insegnamento; poco tempo dopo il Cuvier vi fu pure chiamato. Tutti e due presero a lavorare zelantemente insieme, non sapendo nè l’uno nè l’altro quanto fosse diversa la tendenza dei loro ingegni. Nell’anno 1798 la spedizione arrischiata e misteriosa di Egitto tolse Geoffroy-Saint-Hi-