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-reno gioco dei suoi contrasti; il carattere insomma per cui egli potrebbe esser definito il «poeta della teatralità», l’ironista dei colpi di scena (nel Ridicolo: il preludio; il doppio gioco del contrasto tra marchese Braganza padre e figlio che accompagna tutta l’azione, l’ironia di Emma sul teatro; il secondo atto con il «Pettegolo» e il bambino che lo legge, la falsa posizione del marito di Emma, ecc Elementi che erano nel «Goldoni e le sue sedici commedie» serenamente coerenti).

Questa comicità ferrariana di doppiezze e di evidenze (una miniera che la critica non ha escoperto: onde il fraintendimento in cui cade anche il Croce) non fu nell’interpretazione di ieri sera abbastanza agile e sottile. I toni tragici parvero intemperanti. Discreti fi Ricci e il Sabbatini, il quale non aveva modo di esprimere interamente le sue qualità nel tormento volgaruccio che gli è affidato: la controparte nel rapporto tra padre e figlio non fu bene penetrata. A Maria Melato va la lode della riesumazione. La nostra attrice l’ha interpretata con misura; al terzo atto indulse alla grande scena, ma ne ripagò interamente le persone di gusto con un secondo atto perfetto di misura, di impenetrabile sofferenza, di amarezza serena, che non ebbe invero tutto l’entusiastico consenso che lo sforzo dignitoso e fine di arte meritava.